Il dr. Casarotti è, come ricorda sovente egli stesso, “molto cognitivista” e “poco comportamentale”. Sebbene, dopo alcuni mesi, penso di aver colto natura e intento di tale (auto-) descrizione, mi piace darne un’altra interpretazione, tanto personale e impressionistica quanto, credo, rappresentativa.
L’aggettivo cognitivo accostato alla psicologia del dr. Casarotti ci arriva da una base verbale latina COGNOSCERE, che, tra gli altri, ha come significato “avere consapevolezza”, e che a sua volta deriva dalla radice G(E)NO, forma arcaica di GIGNO: “partorire/generare”. Mi piace appunto pensare che il dottor Casarotti, Paolo (come ho imparato a chiamarlo dopo poche ore assieme), riesca a “generare consapevolezza” nel suo interlocutore, ciò che ci permette di conoscere, riconoscere, disconoscere noi stessi.
Procedendo in questo mio dilettantistico e (assolutamente) tendenzioso percorso etimologico noto che “comportamentale” deriva da comportare, e che comportare vale, letteralmente, per “portare assieme”. Portare che cosa? Nel mio caso, il peso ingombrante e opprimente che mi ha condotto da lui; quel lui che, come ho detto, “com-porta poco”: non ci si aspetti la spartizione del dolore, il nostro dolore è nostro e non si deve “com-portare”, si deve “conoscere”, perché una volta noto, ogni nemico è più debole, ogni peso più leggero.